Il TAR Campania-Napoli (sentenza n. 5668/2019) si pronuncia su un caso di allievo disabile al quale sono state assegnate 12 ore di sostegno anziché 40, illustrando quali danni sono liquidabili
Il TAR Campania-Napoli (sentenza n. 5668/2019) si pronuncia su un caso di allievo disabile al quale sono state assegnate 12 ore di sostegno anziché 40, illustrando quali danni sono liquidabili
Dalla Cassazione nuova sottolineatura sul fatto che il regolamento condominiale non può bloccare la decisione del singolo condomino di effettuare il distacco dall’impianto centralizzato di riscaldamento. Possibile, invece, obbligarlo a concorrere alle spese per l’uso del servizio.
Matrimonio nullo. Decisivo il richiamo alla facile conoscenza per la donna della volontà dell’uomo di non volere figli durante la vita coniugale.
La chance si identifica con l’incertezza del risultato, in cui il danno coincide con la perdita del risultato stesso. Il pregiudizio incide su una situazione soggettiva rilevante, come il diritto alla salute, inoltre, per essere tale, deve trattarsi di una lesione apprezzabile, seria e consistente; in quanto non si tratta di un danno in re ipsa.
Nonostante il legislatore nazionale abbia accordato ai Comuni una certa discrezionalità in ordine alla regolamentazione del tributo Tari e qualificato come facoltative talune tipologie di “riduzioni” della relativa misura, obbligatoria e non facoltativa si rivela la riduzione d’importo per un utilizzo saltuario/stagionale della seconda casa, rispetto all’importo annuale dovuto dai residenti stabili, giacché risulta conseguente all’applicazione del principio di proporzionalità del tributo (non solo ma anche) alla “quantità e qualità dei rifiuti” prodotti e alla minor fruizione da parte del contribuente stagionale del servizio di raccolta (con conseguente minor aggravio di costo per il Comune).
Ha evidenziato la Cassazione che anche un’invalidità parzialmente invalidante può comportare la necessità di un impegno di assistenza a carico degli stretti congiunti e, dunque, un peggioramento delle abitudini di vita di chi la presti.
La circostanza che il familiare di una persona lesa dall’altrui condotta illecita può subire uno stato di sofferenza soggettiva ed un cambiamento peggiorativo delle abitudini di vita, costituiscono dei pregiudizi che devono essere risarciti, ove presentino caratteri della serietà del danno e della gravità della lesione; non è motivo di esclusione del pregiudizio la circostanza che l’invalidità del congiunto non sia totale o che l’assistenza possa essere stata suddivisa fra più congiunti.
Rilevano le dichiarazioni della figlia minore circa il rifiuto padre dalle quali emerge un suo personale turbamento non derivante dal plagio della madre.
L’accertamento del requisito della inabilità, richiesto per il riconoscimento del diritto alla pensione di reversibilità ai figli superstiti del lavoratore o del pensionato deve essere effettuato avendo riguardo al possibile impiego delle energie lavorative residue in relazione al tipo di infermità, così da verificare la permanenza di una capacità dello stesso di svolgere attività tali da procurare una fonte di reddito non simbolico.
Il medico specializzando non è presente in struttura per la sola formazione professionale, né la sua è una mera presenza passiva; si tratta pur sempre di un laureato in medicina e chirurgia, dotato di un’autonomia che, seppur vincolata al rispetto delle direttive impartite dal tutore, lo espone a responsabilità per gli atti compiuti.
Tra gli obblighi del datore di lavoro, nell’ambito di un rapporto di lavoro, ex art. 2087 c.c., rientrano la tutela dell’integrità fisica e della personalità morale del lavoratore, considerati questi come diritti inviolabili della persona.
(Tribunale di Lanciano, sez. Lavoro, sentenza n. 111/19; depositata il 23 settembre)
La Suprema Corte rigetta il ricorso del medico e conferma la sentenza gravata, secondo cui la morte della vittima è stata causata da un errore diagnostico, che ha indotto il sanitario a non attenersi alle linee guida applicabili nel caso di paziente sospettato di avere una patologia cardiaca. Tale decisione è stata assunta sulla base della prova che il sanitario non avesse effettuato un esame obiettivo, come risultava dalla cartella clinica. L’applicazione della regola della preponderanza dell’evidenza (ossia del “più probabile che non”), in assenza di ogni altra causa possibile del decesso, ha correttamente portato il giudice del rinvio ad affermare che se il paziente fosse stato ricoverato in osservazione, il medico sarebbe giunto alla giusta diagnosi e avrebbe potuto, seppur senza certezza, salvare il malato. Dal punto di vista giuridico, le argomentazioni del ricorrente sono rigettate.
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