Per la Cassazione, rischia di non vedersi riconoscere l'assegno divorzile la ex moglie che in sede di separazione e dopo non ha chiesto aiuti al coniuge
Necessario un nuovo processo in appello. Possibile che l’uomo si liberi dall’obbligo di versare all’ex moglie 300 euro al mese. Significativo, secondo i Giudici, il fatto che per ben dieci anni, cioè il tempo trascorso tra la separazione e il divorzio, la donna abbia vissuto in tranquillità senza alcun sostegno economico dall’ex coniuge.
⇒ Cass. civ., sez. VI – 1, ord., 22 settembre 2021, n. 25646 ⇐
Cassata la sentenza della Corte di Appello che ha confermato in favore della ex moglie un assegno divorzile di 300 euro e rinvio ad altra sezione della stessa per accertare se la stessa ne ha effettivamente diritto. Il marito ha fatto presente in Cassazione che la moglie in sede di separazione non ha chiesto il mantenimento e che alla stessa è stato riconosciuto per un periodo solo l'importo mensile di 100 euro per gestire la ex casa coniugale, poi venduta. Elemento questo che fa presumere che la stessa in quegli anni abbia lavorato, anche se con contratto irregolare. In caso contrario non si comprende come la stessa abbia potuto vivere tranquillamente senza aiuto alcuno. Questo quanto emerge dall'ordinanza della Cassazione n. 25646/2021
La Cassazione, con la sentenza n. 25646/2021, in materia di assegno divorzile, ha affermato che e il fatto – non contestato – che la moglie non aveva mai chiesto un assegno in proprio favore in sede di separazione, intervenuta nell’anno 2008, richiedendolo solo in sede di divorzio nel 2018, ossia dieci anni dopo è una circostanza che avrebbe dovuto indurre la Corte territoriale a ritenere comprovato che l’ex coniuge avesse svolto un qualsiasi lavoro, anche irregolare; vero è infatti che, altrimenti, non avrebbe potuto vivere in tranquillità per dieci anni
A rischio l’assegno divorzile riconosciuto alla donna che, dieci anni prima, in sede di separazione, non aveva preteso dal marito alcun contributo economico (Cassazione, ordinanza n. 25646, sez. VI Civile - 1, depositata il 22 settembre).
Ufficializzata la rottura definitiva della coppia, i giudici di merito sanciscono che l’uomo deve versare all’ex moglie 300 euro al mese come assegno di divorzio. Questa decisione viene fortemente contestata dall’uomo. Quest’ultimo pone in evidenza in Cassazione il fatto che l’ex moglie «ha vissuto per dieci anni, dopo la separazione, senza alcun assegno divorzile».
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